Scrivo, canto, racconto e ispiro nuove storie. Ho sempre trovato molto difficile conciliare le mie tre anime in un unico segno, in un’unica voce. La mia professione principale è nella comunicazione e formazione aziendale. Come seconda attività ho portato avanti tanti anni il lavoro di costellazioni familiari e coaching olistico insieme a voi e, ultimo ma niente affatto ultimo, canto e suono la chitarra. Sono tre talenti per me inscindibili che desidero mettere a disposizione nei miei percorsi evolutivi e che mi definiscono nella mia integrità.
Ho meditato tanto, scritto, immaginato e, alla fine mi sono trovata a fare un bellissimo e utile esercizio andando a cercare nei cassetti i miei vecchi biglietti da visita per cogliere l’essenza di come mi sono presentata al mondo nelle diverse fasi della mia vita. Ne ho trovati diversi, a partire dal 1990 e li ho sistemati in ordine temporale.
Il primo – che peraltro avevo completamente dimenticato – è quello su cui il mio cognome si incastra nel nome con due lettering diversi: uno bastone e l’altro graziato. Ohibò, non conoscevo ancora le costellazioni – parliamo comunque di trent’anni fa – ma in quell’idea c’era già tutta la forza del mio futuro percorso: Alessandra che abbraccia il suo cognome e non viceversa. Un segno di quello che sarebbe diventato un grande lavoro su di me e la mia genealogia.
Il biglietto successivo è nato all’epoca in cui avevo aperto il mio studio di copywriting e narrazione a metà degli anni ‘90. Ink, con una bella macchia di inchiostro. La macchia sul quaderno era, ai tempi delle mie prime classi elementari, sinonimo di poca cura e sbadataggine e ricordo di aver preso tante note per quella forma di disordine. Dalle macchie invece nascono storie. E che storie! In quel periodo ho iniziato a scrivere i miei primi romanzi, due dei quali peraltro hanno avuto una funzione molto terapeutica per me.
Poi è arrivato il Krixi (come lo chiamava mia nonna), lo scarabocchio.
Il mio primo sito in flash creato all’inizio del 2000 dal grandissimo amico e artista Graziano de Rossi dava il via alla mia fase consulenziale con le imprese. Iniziavo a percepire l’idea dello sviluppo sostenibile e intuivo nell’immagine di grovigli, nodi e matasse da dirimere una grande possibilità per creare valore. Nel sito apparivano scarabocchi ‘randomizzati’: unicità complesse dai colori diversi che incantavano. Quella complessità che in fondo non è difficile, ma è sempre un’opportunità. Quel caos da cui nascono le stelle, secondo Friedrich Nietzsche. Sul sito diventavano fiori che in qualche modo danzando aggiungevano grazia alle mie proposte e ai miei contenuti.
Per sgrovigliare energie, pensieri, metodi occorrono tecniche ben precise. Non serve a molto tagliare via i nodi come faresti con il gomitolo di lana salvato dalle grinfie del gatto. La narrazione, le parole sono uno strumento potente. Ma cosa mancava? Dal 2008 ho iniziato la mia formazione in Coaching trasformazionale e costellazioni familiari. Diversi anni di intenso lavoro e introspezione ed eccolo finalmente comparire all’orizzonte lo sgrovigliatore, e con una potente visione: l’enzima.
Enzima con la C che sta per consapevolezza, coaching, costellazioni, coraggio, creatività e mille altre cose. E sì, anche Chiappero, quel cognome con cui non ero mai riuscita a fare pace ma che in fondo anni prima avevo saputo già abbracciare nel primo logo che avevo creato per raccontarmi. Ecco dunque che le mie intuizioni diventavano forza attiva, prendendo la forma di un elemento catalizzatore che induce al cambiamento. enzima c, un inibitore della resistenza al cambiamento che fa chiarezza, ispira e conduce persone e imprese a produrre nuove mappe di pensiero, strategie e poi azioni.
Come l’arco che mi sono costruita nella mia infanzia, ho messo a punto anche una metodologia che utilizza, similmente, due estremità. Costellazioni e Coaching: consapevoli del proprio posto nella storia, dei valori familiari e dell’esperienza vissuta e proiettati verso un progetto chiaro e appassionante: la condizione ideale per centrare l’obiettivo dell’efficacia. È sufficiente mirare. Poi, lasciare andare. E la freccia, fa centro.
Fantastico, l’enzima nella formazione aziendale: ha lavorato con me in tante aule per una o più aziende, con tante persone appassionate e desiderose di cambiare il modo di fare business e di vivere le relazioni. Nuovi percorsi di leadership, di fare squadra, di comunicare.
Ma in tutto questo mancavate voi, care stelle!
Mancava il profumo del bosco e quella sensazione di essere testimoni nel posto giusto. Parallelamente alle mie attività aziendali siamo venuti con parecchi di voi nel bosco degli antenati a costellare. Qui, al parco della Maddalena dove durante una passeggiata con il mio amato Ruben anni prima mi ero fermata per fare delle respirazioni profonde e avevo ricevuto in dono questa tecnica che ho applicato sin da subito sul lavoro individuale e per piccoli gruppi.
Era dunque da parecchi mesi – dopo alcune crisi profonde sul senso del mio impegno, l’isolamento del Covid e una virata inattesa per il mio lavoro – che iniziavo a sentire il bisogno di ri-fondare l’energia e gli intenti della mia attività nella relazione d’aiuto.
Nell’ultimo periodo ho suonato molto la chitarra e uno dei brani che cantavo con grande nostalgia e commozione era Woodstock. We are stardust, we are golden, and we’ve got to get ourselves back to the garden…Woodstock, gli anni della mia pre-adolescenza, il sogno di un mondo libero e giusto, il grido, l’abbraccio. Cantare quel brano mi dava una forza pazzesca, per poi lasciar scendere tutte le mie lacrime. Eppure, nonostante tutto, mi sentivo come quell’hippie che cammina per raggiungere la fattoria di Max Yasgur per formare una rock and roll band.
Questo nome risuonava potente. Ho organizzato un incontro di costellazioni dal titolo Yasgur. Gioioso e un po’ fricchettone per ritrovare la nostra essenza di stelle. Yasgur sì, mi piaceva tanto, ma non era ancora ‘il nome’.
Non volevo fare la copywriter per trovarlo; nulla di intellettuale, pubblicitario, esasperatamente efficace. Doveva arrivarmi come tutte le altre ispirazioni. In attesa di un’idea che eruttasse con la forza di un vulcano dalla viscera delle mie energie piuttosto turbolente.
È arrivato, potentissimo: Yasur