Armonizzare gli opposti

Un amorevole grazie, prima di ogni cosa. Grazie a ognuno di noi per aver raggiunto questo luogo così speciale. Grazie alla magia del fruscio del vento, al cinguettio degli uccelli, alla presenza vigile dei falchi che disegnavano ampi cerchi nel cielo. Grazie alle nuvole zuccherine e a tutte le meravigliose energie che ci hanno sostenuto.

Eccolo, il luogo Unico e necessario per il nostro lavoro.

Il momento che viviamo è davvero cruciale e il dualismo sembra accentuarsi nella società, nelle nostre vite, nei nostri progetti, nelle conversazioni, nelle azioni. Nelle questioni cruciali poi, sembra che l’energia dominante sia quella di dover catalogare in maniera ossessiva i pensieri delle persone con una istigazione malata alla tifoseria e agli schieramenti. Sono gli ultimi colpi di coda di quel paradigma degli opposti, tanto più mefitico e appiccicoso perché in profonda trasformazione.

Mors tua vita mea. Il paradigma lavora dentro tutti noi. Se vinco io, muore per forza qualcuno. Se sono felice, qualcuno infelice. Quindi, che io sia una persona senza scrupoli, o che mi ritenga amorevole e attenta agli altri, generosa, altruista… Toh, ecco l’inghippo sottile: mi concedo o mi nego la possibilità del successo e dell’abbondanza perché la mia vittoria danneggia di sicuro qualcun altro…

Vacilliamo tutti nelle sicurezze di paradigmi per noi obsoleti, eppure ancora indecisi sul se e come abbandonare ormai scomodissime zone di confort. Perché non provare invece a pensare Vita tua, vita mea, oppure a Vittoria tua, vittoria mia? Felicità tua, felicità nostra e felicità del mondo?

Abbiamo fatto una meditazione nell’abbraccio di meravigliosi Pini cembri, riconnettendoci all’energia amorevole dell’Uno. Dopo la leggerezza e il benessere della riconnessione profonda, per iniziare il lavoro sono emerse proprio quelle energie di contrasto, dubbio, decisioni complicate da prendere, esitazione.

Uno o l’altro? Questo o quello? Paura del nuovo, senso di baratro, instabilità. Dunque, proprio da un dubbio siamo partite. Campane di cristallo o tamburo scimanico? Battito potente di connessione a Madre Terra o eteree vibrazioni di cristallo?

Ha iniziato Clara con le sue campane di vetro. Ci siamo affidati alla sua conduzione con la fiducia assoluta di incontrare nuove ispirazioni nelle vibrazioni limpide delle sue campane. Eravamo li, vicino a un tronco in forma di diapason, che fino a quel momento non avevo riconosciuto nella forza del suo messaggio. Dover scegliere tra due strade comporta fatica, dolore, esclusione, choc. Il diapason ci insegna che se un lato è sollecitato da un impulso, vibra anche l’altro, creando armonia.

L’impulso che desideriamo dare a ogni pensiero e direzione è di amore, positività, gratitudine, perdono, energie che armonizzano gli opposti. E da questo siamo partiti, portando questa consapevolezza nella ricerca di ognuno.

I greci utilizzavano il termine diapason per indicare l’intervallo compreso tra una nota e un’altra di frequenza doppia. Dal greco διά πασῶν, sumphōnía dià pasôn khordôn, accordo per mezzo di dià e pasòn, tutte le corde. Possiamo trovare diapason che vibrano a diverse frequenze.

L’accordatura di 432 oscillazioni al secondo, frequenza che ritroviamo nella natura, favorisce il processo di guarigione e migliora lo stato emozionale in armonia con i processi biofisici dell’organismo. Il suono a 432 Hz è collegato al chakra del cuore, del sentimento, diversamente dalla frequenza a 440 Hz comunemente adottata, che lavora sul chakra del controllo mentale.

Una pratica che vi suggerisco di fare quotidianamente è ascoltare la musica con strumenti accordati a 432 Hz.
Le onde sonore dell’accordatura aurea stimolano il rilassamento della mente e il riequilibrio psicofisico dell’organismo.

Precisa sintesi del Tutto, in armonia con il macro e il micro cosmo. Ne è un perfetto esempio il suono creatore OM.
Ne è testimonianza il lavoro profondo che abbiamo fatto, condiviso e custodito nel cuore.

Care stelle, è proprio il caso di dire che abbiamo raggiunto un alto diapason.

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Sì desidero fare questa esperienza.