Un’ora sola ti vorrei…

Questo è l’inizio perfetto di una lettera di elaborazione. Una lettera a mia mamma, per esempio, per ritrovarla dopo tanti anni dalla sua scomparsa, e dopo tanti anni di lavoro su di me.

Ricordo le prime letterine composte e piene di mughetti di quando avevo appena iniziato a scrivere. Per la festa della mamma la maestra ci dettava cose meravigliose. Non sarebbe mai stato possibile mettere in discussione nulla, ed è giusto così. I genitori sono il nostro modello e le nostre preziose radici. E invece, poi viene un tempo nella vita, in cui si sviluppa una brutale resistenza. Acerba protesta per affermare la propria identità, la propria autonomia. Rispetto all’autorità, rispetto alle istituzioni della famiglia.

Mi ha ispirato molto lo splendido documentario di Alina Marazzi, una coraggiosa testimonianza di amore e guarigione da una grande ferita. La regista narra con una bellezza dolente e una nostalgia tenerissima la storia di sua mamma. Alina, che ha trovato il coraggio di aprire un grande armadio di cose nascoste, raccontare la depressione della madre e onorare la sua vita travagliata con uno splendido racconto per immagini. Spesso guardo e riguardo questo capolavoro, ‘Un’ora sola ti vorrei’ che mi riporta con una crudele bellezza alle sfumature di un’epoca di passata felicità in cui l’essere madre era vissuto proprio come una missione di perfezione. Competere con quel modello è stato impossibile per la protagonista del documentario e per tantissime donne della sua generazione. Magico, questo racconto che mi riporta a tante estati spensierate, inverni sulla slitta e certi pesanti maglioni fatti a maglia. Che mi riporta a lei. La madre migliore per me.

Tante volte ho pensato a come ripagare il mio debito di gratitudine con i miei genitori, per i quali ho provato anche tante emozioni di rabbia e frustrazione. Ho quindi iniziato a scrivere loro una lettera di elaborazione e questo percorso mi ha aiutato a lasciarli davvero andare e a liberarci in questo grande atto d’amore.

Con tanti di voi in questi anni abbiamo fatto un percorso molto profondo, lavorando sulle relazioni, soprattutto quelle primarie con i genitori e su numerosi temi legati ad esse. Quello che vorrei proporvi adesso è un ulteriore gradino nel cammino di consapevolezza di figli (e alcuni, a loro volta genitori) che riguarda proprio la scrittura delle lettere di elaborazione a mamma e babbo.

Siamo veramente leggeri, liberi e grati nell’amore? Qualcosa ancora ci tiene legati nel dolore? Abbiamo ancora del risentimento, delle nostalgie oppure un’inspiegabile sensazione di perenne inadeguatezza? Forse pensiamo di non meritarci la felicità? Forse dobbiamo ancora dimostrare loro qualcosa?

La lettera di elaborazione nel nostro intento guarisce con un rinnovato atteggiamento di amore, gratitudine sincera e liberazione assoluta rispetto alle reciproche aspettative. Una lettera di elaborazione può richiedere diverse stesure fino a sciogliere le resistenze più sottili; l’atto di portare questo messaggio a compimento può richiedere anche diversi mesi/sedute. Andremo proprio a lavorare sui nodi che ancora ci vincolano, per scioglierli e trasformarli definitivamente.

Lettera per mamma e lettera per papà. Sia che essi siano ancora in vita, sia che non siano più con noi. Un gesto di libertà che concediamo a noi e alle future generazioni e un atto di bellezza che dobbiamo ai nostri cari per la vita e l’amore che ci hanno dato.

Come ben sappiamo essere genitori è il mestiere più difficile al mondo; qualunque genitore, pur con i migliori intenti, inciampa. Grazie proprio a queste ‘imperfezioni educative’ noi oggi siamo su un percorso di ricerca e abbiamo ora l’occasione bellissima di trasformare nodi di dolore in pura energia, preziosa e necessaria per disegnare un luminoso futuro per noi e le nuove generazioni.

Un’ora sola vi vorrei, con carta, penna, foto seppiate e tanti ricordi per onorare, perdonare, lasciare andare.

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Sì desidero fare questa esperienza.